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Liliana Cavani al Rosebud con il suo film del 1965 ‘La donna nella Resistenza’
Appuntamento domenica 27 aprile alle 21. La regista dialogherà con la giornalista Simonetta Fiori partendo dal suo storico documentario ancora oggi punto di riferimento sula condizione femminile
REGGIO EMILIA – Il ricco programma delle celebrazioni promosso e organizzato da Comune e Provincia di Reggio Emilia in occasione dell’80esimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo, un momento fondamentale nella storia delle istituzioni democratiche italiane, prosegue al Cinema comunale Rosebud domenica 27 aprile alle ore 21 con una serata speciale a ingresso gratuito (fino a esaurimento posti) dedicata alla proiezione del documentario ‘La donna nella Resistenza’ (1965, 47′), per la regia di Liliana Cavani.
La serata, aperta dai saluti istituzionali di Marco Massari, Sindaco di Reggio Emilia, e di Marco Mietto, Assessore a Cultura e Giovani del Comune di Reggio Emilia, vedrà un interessante dialogo tra la stessa Cavani e Simonetta Fiori, giornalista di Repubblica. Realizzato per la RAI nel 1965 in occasione del ventennale della Resistenza, il documentario di Liliana Cavani costituisce ancora oggi un punto di riferimento imprescindibile per le tematiche affrontate. Oltre ad essere stato uno dei primi lavori ad esplorare il ruolo della donna durante la Resistenza, nonché la condizione di emarginazione nel Dopoguerra – temi fino a qual momento scarsamente affrontati nel dibattito pubblico – il documentario offre una preziosa attestazione dell’importante contributo fornito dalle donne alla lotta contro il fascismo e l’occupazione nazista.
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“La traviata” con la regia di Liliana Cavani
E Riccardo Muti sul podio della Scala
A 35 anni dalla prima rappresentazione, avvenuta il 21 aprile 1990 al Teatro alla Scala, Rai Cultura ripropone la storica edizione della Traviata di Giuseppe Verdi diretta dal maestro Riccardo Muti con la regia di Liliana Cavani, in onda venerdì 25 aprile alle 21.15 su Rai 5. Lo spettacolo è stato registrato nella ripresa del 1992. Le scene sono di Dante Ferretti, i costumi di Gabriella Pescucci e le luci di Gianni Mantovanini. Protagonisti sul palco sono il soprano Tiziana Fabbricini nella parte di Violetta Valery, il tenore Roberto Alagna in quella di Alfredo Germont, e il baritono Paolo Coni come Giorgio Germont.
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Liliana Cavani torna a Carpi: presenta in anteprima nazionale il suo nuovo documentario
Al cinema Corso la prima de “Liliana Cavani. Il portiere di notte – Nascita e scandalo di un film leggendario”: con la regista carpigiana ci sarà anche il collega Adolfo Conti
CARPI. Liliana Cavani lunedì 28 aprile sarà a Carpi, sua città natale, per presentare in prima nazionale, alle 21 al cinema Corso, il documentario “Liliana Cavani. Il portiere di notte – Nascita e scandalo di un film leggendario” insieme al regista Adolfo Conti. L’appuntamento conclude il programma di iniziative per la celebrazione dell’80° anniversario della Liberazione, e sarà introdotto dall’assessore alla Cultura del Comune di Carpi Giuliano Albarani. L’ingresso è gratuito fino a esaurimento posti.
A 50 anni dal film cult
Nel documentario, realizzato a cinquant’anni dall’uscita del rivoluzionario film della regista carpigiana e girato in parte a Carpi, è la stessa Cavani a guidare la narrazione. Accanto a lei, Charlotte Rampling ricorda la sua esperienza come attrice protagonista, mentre le storiche del cinema Gaetana Marrone (Università di Princeton) e Anne-Violaine Houcke (Università di Parigi-Nanterre) ricostruiscono la battaglia intellettuale e civile scoppiata all’uscita del film.
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Al Corso il documentario “Liliana Cavani. Il portiere di notte”
Festa della Liberazione. Lunedì 28 aprile, alle 21, in anteprima nazionale, a ingresso gratuito. In sala Liliana Cavani e il regista Adolfo Conti. L’appuntamento chiude il programma per il 25 aprile.
Liliana Cavani lunedì 28 aprile sarà a Carpi, sua città natale, per presentare in prima nazionale, alle 21 al cinema Corso, il documentario “Liliana Cavani. Il portiere di notte – Nascita e scandalo di un film leggendario” insieme al regista Adolfo Conti. L’appuntamento conclude il programma di iniziative per la celebrazione dell’80° anniversario della Liberazione e sarà introdotto dall’assessore alla Cultura del Comune di Carpi Giuliano Albarani e dalla giornalista Maria Silvia Cabri. L’ingresso è gratuito fino a esaurimento posti.
Nel documentario, realizzato a cinquant’anni dall’uscita del rivoluzionario film della regista carpigiana e girato in parte a Carpi, è la stessa Cavani a guidare la narrazione, accanto a lei Charlotte Rampling ricorda la sua esperienza come attrice protagonista, mentre le storiche del cinema Gaetana Marrone (Università di Princeton) e Anne-Violaine Houcke (Università di Parigi-Nanterre) ricostruiscono la battaglia intellettuale e civile scoppiata all’uscita del film. Il film aveva debuttato nel 1974 in prima mondiale a Parigi e il racconto della storia di passione e violenza tra vittima e carnefice ambientata nel peggiore incubo del Ventesimo secolo aveva generato un enorme sconcerto sia nel mondo intellettuale che tra il pubblico. In Italia, l’opera venne bloccata dalla censura e poi sequestrata per oltraggio al pudore, ma i grandi del cinema, da Fellini a Visconti, si schierarono al fianco di Cavani, e le troupe cinematografiche scioperarono per protesta. Negli Stati Uniti il film scatenò enormi polemiche e venne etichettato come “nazi-chic” e anche l’accoglienza in Austria e Germania fu negativa e condizionata dai fantasmi del passato. Ma “Il portiere di notte” riscosse, comunque, un grande successo di pubblico.
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Liliana Cavani: “Il Papa aveva San Francesco nella testa e nel cuore”
La regista cinematografica italiana che ha saputo, in più occasioni, raccontare in immagini la vita di San Francesco si sofferma sulla figura del Pontefice che per primo ha preso il nome del “poverello di Assisi”. “Il Papa – afferma la Cavani – ha scelto la sua semplicità che non è quella di un mediocre ma di un sapientissimo”
Liliana Cavani ammira la forza con cui Papa Francesco ha invocato la pace per il mondo, opponendosi alle armi, alle guerre, cercando la fraternitas, la stessa che predicava il “poverello d’Assisi”. Alla figura del cosiddetto “Serafico” la grande regista ha dedicato film per il cinema e la televisione, a partire dal Francesco d’Assisi del 1966 con protagonista Lou Castel, alla pellicola del 1989 che vedeva Mickey Rourke nei panni del santo, all’ultima con Mateusz Kościukiewicz, nel 2014. Molte, secondo la cineasta, le convergenze tra il percorso compiuto da Papa Francesco con il suo pontificato e il “suo” Francesco, capace di cambiare il mondo con sapientissima semplicità.
Un ambasciatore di pace
“Aveva Francesco nella testa e nel cuore, scegliere quel nome aveva significato aprire le porte a un programma sociale, cioè alla gente: chiediamoci se c’è giustizia umana, se veramente c’è una cultura della pace oppure no”. Ricorda Papa Francesco come un ambasciatore di pace Liliana Cavani, preoccupata per questo presente di “guerre terrificanti”. Il Pontefice, spiega la regista, si è ispirato a un santo che già “tempo prima ha capito la fratellanza degli umani, la cultura che per secoli è mancata”. L’autore del Cantico delle creature, continua Cavani, invitava i suoi seguaci “a parlare d’amore e di pace”, anche contro gli apparati del tempo. “Papa Francesco ha capito la necessità di una cultura di pace. Ha voluto chiamarsi come lui perché si è dato un programma come il suo, il più bello che si possa immaginare”.
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Papa Francesco, Liliana Cavani: “È stato la novità di cui il mondo aveva bisogno”
La regista e sceneggiatrice: “Colui che gli succederà dovrà essere come lui, non si può tornare indietro”
“Ricordo quando si è affacciato per la prima volta dal balcone della Basilica di San Pietro e ha detto ‘sono Francesco’. Lui è stato una grande novità, come tutto il suo papato. Il suo programma era moderno e importante non solo sul piano religioso ma anche e soprattutto sociale”. A parlare all’Adnkronos è la regista e sceneggiatrice Liliana Cavani, che ricorda papa Bergoglio, morto il giorno di Pasquetta all’età di 88 anni. “Non l’ho mai conosciuto non c’era neanche motivo da un certo punto di vista perché ognuno faceva il suo lavoro”, spiega la regista oggi 92enne, che riflette su come l’attività del Santo Padre sia molto vicina alla figura di San Francesco, che Cavani ha raccontato in ‘Francesco d’Assisi’, la miniserie tv del 1966 con protagonista Lou Castel (poi riedita nel 1972), nel film del 1989 ‘Francesco’ con Mickey Rourke nei panni del santo e nelle miniserie del 2014 ‘Francesco’ con la voce narrante della stessa Cavani e con protagonista Mateusz Kosciukiewicz.
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Salone off: Incontro con Liliana Cavani
Cinema Massimo – 15 maggio 2025, ore 17:15
All’interno del programma del Salone Off la regista Liliana Cavani sarà al cinema Massimo per dialogare con Fabio Francione del suo libro Lettere dall’interno. Racconto per un film su Simone Weil (in uscita a metà maggio per Mimesis Edizioni) che comprende la sceneggiatura originale di un film su Simone Weil mai realizzato e il racconto per voce della regista di questo progetto attraverso un’intervista esclusiva. Segue la proiezione del film Milarepa.
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Festival di Venezia 2023: l’inaugurazione «femminista» di Liliana Cavani
«Sono la prima donna che riceve il Leone d’Oro alla carriera, trovo che non sia del tutto giusto. Diamo la possibilità alle registe e alle sceneggiatrici di essere viste». È il messaggio più forte che arriva dal Lido
E’ la voce di velluto di una brillantissima Malika Ayane, che canta Il cielo in una stanza di Gino Paoli, ad accendere la cerimonia d’apertura di Venezia 80 nella Sala Grande del Palazzo del Cinema. Poi, la madrina Caterina Murino, di rosso vestita, dà il benvenuto «alle donne e agli uomini di talento che danno un contributo non delegabile agli algoritmi». Come a dire, io sto con gli attori e gli sceneggiatori di Hollywood che stanno scioperando contro l’intelligenza artificiale.
Per fare gli auguri di compleanno alla Mostra, partono le immagini dei red carpet che hanno fatto la storia della kermesse, compreso il bacio tra Tom Cruise e Nicole Kidman nell’edizione del 1999, con tanto di citazione di Orson Welles e di William Friedkin, scomparso un mese fa.
È già tempo di consegnare il Leone d’Oro alla carriera a Liliana Cavani. Il Presidente della Biennale Roberto Cicutto chiama sul palco Charlotte Rampling, austera e bellissima, come le parole che ha preparato per l’occasione: «Io e Liliana siamo state definite dal Portiere di notte del 1974, con il quale lei ha mostrato ciò che è mostruoso. Ha girato la telecamera verso la bestia, per capirla, per riconoscerla quando ritorna». Continua l’attrice: «Dai primi Sessanta Liliana ci costringe a confrontarci con il bello, il brutto e l’irrisolto».
La standing ovation per la regista novantenne è inevitabile. Di bianco vestita, accanto alla sua musa in total black, è come vedere lo yin e lo yang nel Palazzo del Cinema.
Liliana Cavani ringrazia subito Charlotte Rampling «per il testo profondo, intelligente e in qualche modo tenebroso e lucido. Fantastico». Poi si lascia andare ai ricordi: «Quella del Portiere di notte è stata un’esperienza per me, per te e per Dirk (Bogarde, ndr). Alcune scene non c’erano nel copione e sono nate dentro a quello spazio in cui eravamo noi tre e abbiamo approfondito il racconto, il suo significato mentre lo facevamo».
Per tornare al presente: «Il premio mi ha sorpreso, perché pensava di essere una di quelle sarte che lavorano per un giro di clienti affezionati. Ho iniziato facendo i documentari per la Rai sul conflitto più devastante, la Seconda Guerra Mondiale. Ho passato un paio d’anni a guardare le immagini alla moviola. Io che ho studiato Lettere antiche e conoscevo un’altra guerra, quella del Peloponneso, che pareva uno scherzo a confronto. Non potete immaginare quello che ho visto: con il montatore si andava al bar per tirarci su. Questo è solo per dire che la Storia è fondamentale».
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Leone d’oro alla carriera. Liliana Cavani: “Sono la prima donna a ricevere questo premio, non trovo che sia del tutto giusto”
Così la regista alla cerimonia inaugurale del Festival. Cavani è presente a Venezia anche con il suo nuovo film “L’Ordine del tempo”
Sono la prima donna a ricevere questo premio, trovo che non sia del tutto giusto”. Così la regista Liliana Cavani nel suo discorso durante la cerimonia di consegna del Leone d’Oro alla carriera che le è stato assegnato dalla Mostra del cinema di Venezia.
“Ci sono donne sceneggiatrici e registe che probabilmente lavorano bene al pari degli uomini. È un quadro che il festival dovrebbe considerare, e dovrebbe considerare anche che le donne possono fare bei film”, aggiunge Cavani.
“La Mostra c’è già da tanti anni, è l’ottantesima edizione. È necessario senz’altro un riequilibrio in questo senso. Ci sono tante donne nel cinema molto brave e – conclude – mi auguro che questo inizio abbia un seguito nel tempo”.
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Ovazione per Liliana Cavani, Leone d’oro alla carriera
La consegna del riconoscimento è stata introdotta da Charlotte Rampling, diretta dalla regista, oggi novantenne, in “Il portiere di notte”
Un’ovazione ha salutato la regista Liliana Cavani, 90 anni, Leone d’oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia. Il premio è stato preceduto da una introduzione della sua ex attrice Charlotte Rampling che ha parlato del film ‘Portiere di notte’. La regista è stata applaudita a lungo dalla sala.
“Sono la prima persona donna a ricevere questo premio. Trovo che non sia del tutto giusto. Ci sono donne, sceneggiatrici, registe che lavorano bene al pari degli uomini e dobbiamo dargli la possibilità di essere viste. Il festival dovrebbe considerare anche che le donne possono fare bei film. Io sono la prima donna a ricevere il leone alla carriera. Serve equilibrio in questo senso e mi auguro che questo inizio abbia un seguito”, ha detto Liliana Cavani ritirando da Roberto Cicutto, presidente della Biennale cinema, e da Charlotte Rampling il Leone d’oro alla carriera.
“L’annuncio del premio mi ha colto di sorpresa, pensavo di essere una sarta che ha solo un gruppo di clienti affezionati”, ha detto la regista, che poi ha ricordato: “Ho iniziato a fare documentari con la Rai sulla guerra peggiore di sempre e per questo, di fronte alle immagini della seconda guerra mondiale, ho scoperto cose terribili. Non potete immaginare cosa ho potuto vedere”.
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Venezia 80 Liliana Cavani ritira il Leone d’Oro e presenta L’Ordine del tempo
Conferenza Stampa
La regista Liliana Cavani riceverà il Leone d’Oro in occasione della cerimonia d’apertura della Mostra del Cinema di Venezia 2023, il nostro incontro con lei.
Edoardo Leo e “L’ordine del tempo”: “Lavorare con Liliana Cavani stato emozionante e sorprendente”
L’attore racconta il dietro le quinte del film tratto dal libro di Rovelli e diretto dalla regista che a Venezia riceve il Leone d’Oro alla carriera: “All’inizio è stato destabilizzante”
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Carpi, 17 Settembre 2021 - 06 Gennaio 2022
“Il Portiere di notte. La libertà della perdizione.”
Carpi celebra Liliana Cavani, una delle sue più illustri concittadine, con la mostra “Il portiere di notte.