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Ovazione per Liliana Cavani, Leone d’oro alla carriera
La consegna del riconoscimento è stata introdotta da Charlotte Rampling, diretta dalla regista, oggi novantenne, in “Il portiere di notte”
Un’ovazione ha salutato la regista Liliana Cavani, 90 anni, Leone d’oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia. Il premio è stato preceduto da una introduzione della sua ex attrice Charlotte Rampling che ha parlato del film ‘Portiere di notte’. La regista è stata applaudita a lungo dalla sala.
“Sono la prima persona donna a ricevere questo premio. Trovo che non sia del tutto giusto. Ci sono donne, sceneggiatrici, registe che lavorano bene al pari degli uomini e dobbiamo dargli la possibilità di essere viste. Il festival dovrebbe considerare anche che le donne possono fare bei film. Io sono la prima donna a ricevere il leone alla carriera. Serve equilibrio in questo senso e mi auguro che questo inizio abbia un seguito”, ha detto Liliana Cavani ritirando da Roberto Cicutto, presidente della Biennale cinema, e da Charlotte Rampling il Leone d’oro alla carriera.
“L’annuncio del premio mi ha colto di sorpresa, pensavo di essere una sarta che ha solo un gruppo di clienti affezionati”, ha detto la regista, che poi ha ricordato: “Ho iniziato a fare documentari con la Rai sulla guerra peggiore di sempre e per questo, di fronte alle immagini della seconda guerra mondiale, ho scoperto cose terribili. Non potete immaginare cosa ho potuto vedere”.
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Venezia 80 Liliana Cavani ritira il Leone d’Oro e presenta L’Ordine del tempo
Conferenza Stampa
La regista Liliana Cavani riceverà il Leone d’Oro in occasione della cerimonia d’apertura della Mostra del Cinema di Venezia 2023, il nostro incontro con lei.

Edoardo Leo e “L’ordine del tempo”: “Lavorare con Liliana Cavani stato emozionante e sorprendente”
L’attore racconta il dietro le quinte del film tratto dal libro di Rovelli e diretto dalla regista che a Venezia riceve il Leone d’Oro alla carriera: “All’inizio è stato destabilizzante”
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Liliana Cavani: “I negazionismi li legherei a una poltrona”. La regista Leone d’oro alla carriera a Venezia presenta L’ordine del Tempo
“La mia prima volta a Venezia? Fu nel 1961, vinsi un premio con un documentario sul processo di Vichy, ma ero in vacanza e non venni a ritirare il premio. Tutto qui. E fu per me una rivelazione che ci fossero ancora dei nazisti in giro, del resto ce ne sono ancora in giro.. così come c’è gente che nega la Storia, nega l’esistenza dei lager, ecco i negazionismi li legherei a una poltrona davanti alle tremende verità storiche”. Così, Liliana Cavani, lapidaria e lucidissima, combattente, sarcastica e ovviamente coltissima, portatrice straordinaria di quei 90 anni senza tempo che la collocano nella costellazione degli eterni contemporanei, come Polanski e Wiseman, giusto per citare due suoi (più o meno) coetanei quest’anno anche loro in Mostra. Ma è alla grande e poliedrica cineasta modenese che Venezia 80 consegnerà mercoledì sera il Leone d’oro alla Carriera. “Sono felice di essere qui, certo è forse uno dei momenti più belli della mia carriera”.
Un riconoscimento per oltre settant’anni di lavoro tra cinema, tv, lirica, in formati e lunghezze diverse, tutti affrontati con la medesima professionalità, serietà, vivacità. Una passione per la scienza specie quando rapportata con la spiritualità, calata in un atteggiamento guidato dal libero pensiero, anticonformista, politico nel senso più profondo e intelligente del termine.
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Venezia 80, Liliana Cavani e il Leone alla carriera: “A 90 anni ne ho già viste tante ma sarà bello”
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Liliana Cavani riceve il Leone d’Oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia
L’autrice emiliana, protagonista della giornata d’apertura della ottantesima edizione dell’evento cinematografico, racconta a Sky TG24 le emozioni del premio che viene assegnato per la prima volta a una regista donna. Il suo ultimo film, “L’Ordine del Tempo”, è in programma il 30 agosto come titolo fuori concorso
“Non me l’aspettavo” ha detto Liliana Cavani a proposito del Leone d’Oro alla carriera che le sarà consegnato il 30 agosto nell’ambito della cerimonia di apertura dell’edizione 2023 condotta dalla madrina Caterina Murino.
La regista emiliana, la prima donna regista a ricevere l’ambito riconoscimento, è felice di aprire la strada alle autrici che verranno. “È interessante. Vuol dire che ci si può pensare ancora per qualche donna che fa questo mestiere” ha aggiunto intervistata da Denise Negri, inviata alla Mostra del Cinema di Venezia di Sky TG24.
IL CINEMA CHE INSEGNA A VIVERE
Liliana Cavani, regista e sceneggiatrice carpigiana classe 1933, ha atteso molto per il Leone d’Oro alla carriera ma il tributo arriva in un momento importante, reso ancora più speciale dall’uscita de L’Ordine del Tempo, pellicola presentata in anteprima a Venezia, nelle sale italiane dal 31 agosto.
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Venezia, Charlotte Rampling terrà laudatio di Liliana Cavani
Domani la cerimonia di consegna del Leone alla carriera
Sarà l’attrice britannica Charlotte Rampling a tenere domani la ‘laudatio’ di Liliana Cavani, Leone d’oro alla carriera della Biennale di Venezia, alla cerimonia di consegna del premio prevista nella Sala Grande del Palazzo del Cinema.
La consegna avverrà in occasione della serata inaugurale dell’80/a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale.
Charlotte Rampling è stata l’indimenticabile protagonista de Il portiere di notte (1974) della regista italiana, al fianco di Dirk Bogarde.
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Il Leone d’Oro alla carriera a Liliana Cavani: “Il tempo scappa”
Il primo dei due Leoni d’Oro alla carriera in questa 80esima edizione sarà consegnato stasera a Liliana Cavani, nel corso della cerimonia d’apertura. Presente al Lido anche con il nuovo film “L’ordine del tempo”. L’intervista dell’inviato Stefano Masi.
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Liliana Cavani, quando la Rai era lottizzata
IL BRANO. Da una raccolta di testimonianze di anticonformismo, tratto da «Il cinema per capire»
(…) C’era un gruppo al canale culturale della Rai (il secondo) costituito da Angelo Romanò, Mario Motta, Gennarini, Sergio Silva, Angelo Guglielmi e la sottoscritta con altri giovani che aveva in mente di usare la TV per comunicare su temi sociali e politici urgenti. Un gruppo di generica sinistra convinto che la TV avesse il dovere di parlare al di sopra delle parti.
È in quel gruppo che ho potuto fare la serie di documentari dei miei anni Sessanta. Sia la serie di documentari più strettamente politici (Storia del Terzo Reich, L’età di Stalin, Processo a Vichy, La donna nella Resistenza, Il giorno della pace) sia quelli più sociali (La casa in Italia, Gesù mio fratello). C’erano tante cose da documentare, da meditare. La casa in Italia (’64) erano 4 ore di programma che affrontavano vari problemi uniti al tema «Come vive la gente che non conta, cioè la maggior parte?». Feci un viaggio con troupe da Torino a Palermo per documentare vari fatti: l’inurbamento selvaggio delle città del nord, la trasmigrazione di operai dal Sud, l’analisi su quello che accadeva al Sud coi mezzi che la Cassa per il Mezzogiorno forniva, quello che accadeva in Siciliacon i soldi dell’Ente Riforma. La speculazione edilizia generale. Lo spreco. L’inadeguatezza delle dirigenze. L’ingerenza rozza di gente di partito che puntava soltanto al potere. La miseria. L’ignoranza indifesa nel Sud per la mancanza di una tradizione liberistica e di una classe dirigente civilmente responsabile. Nel Nord la tradizione industriale aveva creato più facilmente il benessere del dopoguerra ma socialmente parlando non guardavano per il sottile.
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Il ministro Sangiuliano a Liliana Cavani: “Lo studio della storia è fondamentale”
“Con me Liliana Cavani sfonda una porta aperta: lo studio della storia è fondamentale, conoscere il passato permette di dare un senso al nostro essere e un percorso al nostro divenire. Per questo, appassionato come sono di questa materia al punto di aver scritto diversi libri di carattere storico, sin dall’inizio del mio mandato mi sono adoperato per promuoverla il più possibile, proprio a partire dal Risorgimento italiano e dal nostro Novecento, arrivando a organizzare un convegno su Mazzini al Collegio Romano”. Così il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, risponde all’appello rivoltogli attraverso l’Adnkronos dalla regista Liliana Cavani di “fare più comunicazione nelle scuole per insegnare la storia, che è il centro di tutto ed è importantissima per noi”.
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Liliana Cavani: “Uscire e andare al cinema è sano, oggi siamo tutti ammalati”
La regista all’Adnkronos: “Stare a casa diminuisce lo status umano”. E a Sangiuliano: “Più storia nelle scuole”. Il ministro: “Sfonda una porta aperta, conoscere il passato permette di dare un senso al nostro essere e un percorso al nostro divenire”
“Oggi, a causa della concorrenza della tv e delle piattaforme, non si esce più per andare nelle sale cinematografiche. Sembriamo tutti mezzi ammalati, non vogliamo più uscire, andare nei luoghi di persona, ci rinchiudiamo a casa. Questo mi spiace molto, perché comporta una diminuzione dello status umano”. A dirlo all’Adnkronos è la regista Liliana Cavani, in procinto di calcare il red carpet di Venezia per ricevere il Leone d’Oro alla Carriera e festeggiare al Lido -con qualche mese di ritardo, è nata il 12 gennaio- il suo 90mo compleanno.
“Da sempre, da quando sono nati i teatri, dalla Grecia alla Roma antica, c’è sempre stata la possibilità di condividere le cose comuni -spiega la regista, che a Venezia terrà anche una masterclass di cinema e presenterà il suo ultimo film, ‘L’Ordine del Tempo’- E questo ha un grande significato. Si assiste tutti insieme, si commenta, e questo ci permette di contattarci, di acquistare qualcosa è un valore che giova all’uomo anche psicologicamente”.
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Liliana Cavani, leonessa del cinema italiano che sa sempre graffiare con i sentimenti
Da «Francesco d’Assisi» a «Francesco», il filo conduttore della fede. E la storia come amica
Vienna, 1957. Il cielo è plumbeo. La notte gelida e oscura. Una giovane donna slanciata, ossuta, elegante, affascinante, ritrova per puro caso un uomo che mai più avrebbe dovuto e voluto vedere. L’uomo è stato il suo carnefice. Lucia, ebrea sopravvissuta al campo di concentramento, ritrova davanti a sé il torturatore Maximilian. L’uomo fugge dal passato, nascondendosi dietro una falsa identità. È restato quello che era un tempo: convinto nazionalsocialista. Da Lucia ci si aspetterebbe un gesto di vendetta. Invece, inaspettatamente, intreccia con lui una relazione sadomasochista. L’hotel di Vienna è una metafora del dopoguerra: il passato sembra non voler passare mai. E le vittime di un tempo non riescono a liberarsi in maniera definitiva dei propri carnefici.
Abbiamo raccontato l’inizio de Il portiere di notte, girato da Liliana Cavani nel 1974. È uno dei film più importanti del cinema mondiale della seconda metà del Novecento. Maximilian è interpretato da Dirk Bogarde. Lucia da Charlotte Rampling. Quest’ultima è davvero sublime. Un suo fotogramma rappresenta ancora oggi un’icona perturbante. Ma chi è la regista – in occasione del novantesimo compleanno – che giustamente la Mostra di Venezia intende celebrare con l’assegnazione del Leone d’oro alla carriera? Liliana Cavani è nata a Carpi nel 1933. Si laurea a Bologna in lettere classiche. Quindi è un’umanista. Si sposta a Roma, per diplomarsi al Centro sperimentale di cinematografia. Vince il concorso in Rai. Diventa una documentarista. A lei si devono molti lavori eccellenti, fra i quali spicca la ricostruzione della storia del Terzo Reich. Nel 1966 debutta nella cinematografia con Francesco d’Assisi. Il «poverello» ha il volto di Lou Castel.
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Carpi, 17 Settembre 2021 - 06 Gennaio 2022
“Il Portiere di notte. La libertà della perdizione.”
Carpi celebra Liliana Cavani, una delle sue più illustri concittadine, con la mostra “Il portiere di notte.